Il Radioamatore nasce solo, Ovvero chiacchierata folle sui Radioamatori.

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CISAR SAPRI
view post Posted on 22/10/2012, 21:45




Mi sono sempre chiesto quale possa essere la ragione dell’estremo fiorire delle associazioni dei radioamatori. La risposta più ovvia è che le nostre associazioni, nascono per rappresentare, difendere, tutelare gli iscritti. Una forma di sindacato, si potrebbe anche dire. Però, se la mia associazione non mi rappresenta, non mi tutela, e specialmente se lo spirito che la guida non è esattamente il mio, allora, con altri che la pensano come me, ne facciamo un’altra e un’altra ancora e un’altra ancora. Ed è strano, perché si arriva quasi al paradosso, che ogni OM, si faccia la propria associazione.

Alcune riflessioni di carattere generale sono necessarie:

il nostro modo di essere cittadini ci porta normalmente a delegare i momenti essenziali della nostra vita (prospettive future, benessere, sviluppo, cultura ecc.) ai partiti che spesso votiamo più con la pancia che con il cervello; le problematiche del lavoro le demandiamo al sindacato e, quando le cose non vanno, critichiamo queste Istituzioni, dimenticando che noi le abbiamo abilitate, bene e spesso male, a trattare i nostri affari.

Non trascuriamo, poi, che siamo un paese di 60 milioni di commissari tecnici, quando si parla di calcio, 60 milioni di Presidenti del Consiglio quando l’interesse è per la politica e così via per tutti i rivoli del coinvolgimento umano.

Ognuno di noi ha la bacchetta magica per affrontare e risolvere ogni tipo di problema, però è meglio che ci pensino altri a risolverlo, cosi se la soluzione trovata, non è di nostro gradimento, rimane sempre la possibilità di denigrarla, e di affossare quelli che l’hanno trovata, magari anche in mezzo a mille difficoltà. Perché esporsi?, è molto meglio fare il tiro al piccione, dopo…

Veniamo a noi, nella grossa platea di associazioni, sembra assurdo ma è così, gli statuti recitano tutti gli stessi principi generali di democrazia, partecipazione, tutele degli iscritti, ecc.. Si, ci possono essere minime differenze sulla vocazione di ognuna ma, verificatelo, le dichiarazioni dei principi sono molto simili se non uguali.

Ma, allora, come mai tutte queste divisioni, cari amici, ognuno di noi ha il proprio cervello è può darsi da solo la risposta. Si, è proprio quella, se non ci sono differenze negli obiettivi, le ragioni non possono che essere terra, terra, di carattere umano: io a quella non mi ci iscrivo perché c’è tizio, io non mi riconosco nel gruppo dirigente perciò non sarò mai un loro socio, questa ha troppi ponti, quest’altra ne ha troppo pochi e così via ed anche di peggio…

Per questo, abbiamo molto su cui riflettere…
Sappiamo tutti che ci sono associazioni extra large, medium e small.

Sembra impossibile, eppure sul piano della prima e più essenziale caratteristica di ogni sodalizio, la partecipazione, si è tutti uguali. Appare come una delle leggi delle dodici tavole di Mosè, la partecipazione alle riunioni, eventi ecc. ecc., non deve mai essere superiore al dieci percento degli iscritti!. Perché?, Perché?

Il Radioamatore nasce solo, parliamo di radioamatori, non dei mezzi busti dei radiogiornali e dei telegiornali, parliamo del nostro collega che mette la sveglia alle 3 di notte per collegare il Giappone in 15 metri, di quello che non si stacca dal ricetrasmettitore fino che non è riuscito a collegare l’isoletta del Pacifico, su cui c’è un americano che ci va solo una settimana all’anno per passare le vacanze. Di quel disgraziato che da solo o al massimo in compagnia di un altro, si carica come un mulo di apparecchiature, strumenti, cavi e antenne e va ad installare o a manutenere un ponte, rimettendoci anche di tasca propria.

La radio, è questa, riuscire girando la sintonia, utilizzando i filtri a separare quel segnalino s3 da quello di quell’idiota di spagnolo che, in 40 metri va con tre Kwatt ed una cubical quad, saturando 15/20 Khertz di banda.

La radio si vive in solitudine. Da sola, è come la droga, basta ed avanza. E’ completa, dopo un bel Dx, ci si sente appagati, soddisfatti, non si ha bisogno di nessuno e di nient’altro. Per fare certe cose si deve essere in due, con la radio no!.

Da questo ne deriva che se ci si iscrive ad una associazione, può anche succedere che si inizi a contestare tutto quello che l’associazione fa. Ma, chiederebbe qualcuno, che cosa ti ci sei iscritto a fare, sapevi cosa facevano!, già, ma il radioamatore nasce solo, va compreso quando, come un cieco di notte, cerca di rapportarsi con gli altri e non ci riesce.

Sempre più mi convinco che i presidenti, i segretari, i probiviri, di ogni associazione, di ogni sezione, non sono dei veri radioamatori, proprio perché riescono a rapportarsi decisamente bene con gli altri (sono stati eletti). Stanno bene insieme agli iscritti, organizzano pranzi, cene, field day, radio cacce, vanno a mostre, fiere. No, non sono veri radioamatori. Il vero radioamatore nasce e vive solo e se entra in una associazione o non partecipa o la critica, se no che radioamatore è?!

IK0ATD Gianni Marconi
Segretario della Sezione CISAR di Roma
 
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